Verbale del processo a Gaudenzio
Scritto da Madre Alena
Inquisizione del
brumaio 1262
Inquisito: Gaudenzio, da se stesso soprannominato “Il Grande”
Accusa: Demonologia, Eresia
Tribunale:
Adara -Inquisitore,
Madre Alena -Ecclesia,
Dama Nerissa Corvina da Porto -Nobile di Venalia.
Sentenza: Mentre gli Inquisitori discutevano sulla sentenza, Gaudenzio evocò dei demoni.
"Che i
Quattro mi assistano nel ricordare quanto accaduto nelle terre di Venalia:
Che
Canuto sostenga la mia mano nel vergare la carta,
Che
Laetitia ravvivi la mia sete di verità,
Che
Aeterna mi risparmi dalla persecuzione dei ricordi nefandi,
Che
Sidereo illumini la mia mente.
Gaudenzio era già famoso come demonologo quando l'Inquisizione lo raggiunse.
Dovunque andasse, si portava sempre appresso la figlia Annarella, una graziosa fanciulla, timorata dei Quattro.
Fu proprio la giovane ad avvicinarmi prima del processo, sostenendo che il padre fosse solo un uomo maldestro e che lei lo amava.
Mi chiese come avrei reagito io, se una persona a me cara fosse finita sotto gli arnesi della tortura. Le risposi che una tortura del genere l'avevo già operata io stessa.
Cercai comunque di rassicurarla dicendole che non aveva nulla da temere se quel che diceva era vero e lei prese il suo posto tra gli astanti.
Quel giorno di membri dell'Inquisizione eravamo presenti solo io ed Adara, e chiamammo ancora Dama Nerissa in quanto membro della nobiltà venale.
Chiesi anche che al processo assistessero i capi delle due scuole di magia lì presenti,
Filomena Galatei per il
Circolo Ermetico e l'attuale rettore della
Spina Eraclio che in una cosa erano concordi: Gaudenzio era il più maldestro allievo che avessero visto e lo avevano sorpreso più volte a trafficare con materiali estratti dai demoni.
Diressi io per la prima volta l'accusa e le loro testimonianze furono le prime ad essere poste all'attenzione del tribunale.
Guadenzio si difese dicendo che era solo maldestro e che a volte sbagliava formula magica e accadevano altre cose invece che quelle desiderate.
Allora di tutta risposta chiesi l'ausilio di un mago qualsiasi e si propose il merida
Dedalo da Rocca d'Avorio e gli chiesi che cosa accadeva solitamente quando un mago sbagliava una formula magica. Ovviamente il merida rispose che non aveva nessun effetto un incantesimo mal pronunciato.
Insomma, le prove erano tutte schiaccianti contro di lui ed inoltre più volte Gaudenzio si contraddiceva ed era vacillante.
Eravamo pronti ad emettere la sentenza, ma un Inquisitore non deve essere sordo alla pietà smossa da un'amorevole e devota figlia... così concessi ad Annarella un ultimo abbraccio con il padre.
In risposta e per tentare di salvarsi dalla condanna, il demonologo strappò il cuore della figlia dal petto, usando la sua purezza in maniera immonda ed evocando dei demoni e un
Incubo Rosso.
A tutti i sostenitori di Guadenzio fu dunque palese che di demonologo si trattasse e spero che sia di monito per tutti coloro che con leggerezza estraggono reagenti dai demoni, come ebbe modo di dimostrarsi poco più tardi
Ser Beriedir Almarion.
Il prossimo cuore strappato potrebbe essere quello di un loro caro.
Che gli Dèi possano non farlo accadere mai.
Questo è quello che accadde.
Libera Nos Aeterna
Madre Alena, Inquisitrice.”
Autore
Madre Alena